Dal registro all’sms: niente più filoni
Lui è in motorino a pochi metri da scuola. “Buongiorno professorè”. “Ciao, buongiorno”. Lo saluto velocemente. Sono quasi in ritardo. E soprattutto: non ho ancora imparato il suo nome. E’ l’esercizio di noi prof i primi giorni di scuola. Alla seconda ora ho lezione nella classe dove mi aspetto di incontrare il mio alunno centauro. Il suo posto è vuoto.
“Ma se l’ho visto stamattina?” chiedo al compagno di banco che mi conferma l’assenza.
“Professorè, è andato a comprare il regalo alla ragazza che fa i diciotto anni”. “Ha marinato la scuola!”. “Quasi…”. “Come quasi? Se non c’è ha fatto festa” . “Sì ma i genitori lo sanno”. Ho capito, ma per me comunque è assente senza una ragione valida. Lascio cadere il discorso e incominciamo la lezione. Bel problema, questo delle assenze. Come si fa a motivarli alla presenza? Oppure (almeno): come evitare di fargli fare filone?
Anno nuovo, idee nuove. Inghilterra. Scuola elementare. I piccoli entrano e toccano con la mano uno schermo. L’impronta è subito rilevata e l’eventuale assenza subito comunicata via mail alla famiglia. E’ solo un esperimento. Sembra sia necessario a ridurre i tempi dell’appello per dare più spazio alle attività didattiche (ma quanto sono lunghi questi elenchi inglesi?). Contano di estenderlo anche ad altre scuole. Impallidisco alla sola idea di una simile installazione in un qualsiasi istituto nostrano.
Roma. Scuola superiore. Rilevazione immediata delle assenze e comunicazione via sms ai genitori.
La mamma è imbottigliata nel traffico, cerca di parcheggiare da almeno un’ora e dlin: “Rilevata assenza Rossi Marco Prima B”. Proprio adesso che era riuscita a trovare un posto per la sua machina! Verosimilmente chiamerà o manderà un sms a suo figlio chiedendogli: “Dove sei?”. E un altro al padre: “Tuo figlio ha fatto festa a scuola!”. Di bustina in bustina la mattinata procederà nel peggiore dei modi per tutti i membri della famiglia. Mai più filone, pensa Rossi Marco Prima B, esasperato dalle arringhe via cellulare.
Dal grande fratello ai piccoli cugini, questi sms che tessono reti tra noi e il mondo. Ragnatele fitte fitte a cui sembra impossibile sfuggire.
Bbrrrr. La lezione è quasi finita. In classe arriva un sms. Il mio alunno avverte che ha finito le sue commissioni. E ha pure portato il regalo. Il compagno di classe digita di nascosto i tasti per la risposta. Ok, filone riuscito: si vedono tra poco. 11.55 fuori scuola.
E li vedo anch’io, insieme.
“Ma se l’ho visto stamattina?” chiedo al compagno di banco che mi conferma l’assenza.
“Professorè, è andato a comprare il regalo alla ragazza che fa i diciotto anni”. “Ha marinato la scuola!”. “Quasi…”. “Come quasi? Se non c’è ha fatto festa” . “Sì ma i genitori lo sanno”. Ho capito, ma per me comunque è assente senza una ragione valida. Lascio cadere il discorso e incominciamo la lezione. Bel problema, questo delle assenze. Come si fa a motivarli alla presenza? Oppure (almeno): come evitare di fargli fare filone?
Anno nuovo, idee nuove. Inghilterra. Scuola elementare. I piccoli entrano e toccano con la mano uno schermo. L’impronta è subito rilevata e l’eventuale assenza subito comunicata via mail alla famiglia. E’ solo un esperimento. Sembra sia necessario a ridurre i tempi dell’appello per dare più spazio alle attività didattiche (ma quanto sono lunghi questi elenchi inglesi?). Contano di estenderlo anche ad altre scuole. Impallidisco alla sola idea di una simile installazione in un qualsiasi istituto nostrano.
Roma. Scuola superiore. Rilevazione immediata delle assenze e comunicazione via sms ai genitori.
La mamma è imbottigliata nel traffico, cerca di parcheggiare da almeno un’ora e dlin: “Rilevata assenza Rossi Marco Prima B”. Proprio adesso che era riuscita a trovare un posto per la sua machina! Verosimilmente chiamerà o manderà un sms a suo figlio chiedendogli: “Dove sei?”. E un altro al padre: “Tuo figlio ha fatto festa a scuola!”. Di bustina in bustina la mattinata procederà nel peggiore dei modi per tutti i membri della famiglia. Mai più filone, pensa Rossi Marco Prima B, esasperato dalle arringhe via cellulare.
Dal grande fratello ai piccoli cugini, questi sms che tessono reti tra noi e il mondo. Ragnatele fitte fitte a cui sembra impossibile sfuggire.
Bbrrrr. La lezione è quasi finita. In classe arriva un sms. Il mio alunno avverte che ha finito le sue commissioni. E ha pure portato il regalo. Il compagno di classe digita di nascosto i tasti per la risposta. Ok, filone riuscito: si vedono tra poco. 11.55 fuori scuola.
E li vedo anch’io, insieme.
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