Scritto sui banchi

24 giugno 2007

esami di stato, il giorno dopo

Non scrivono. Non sanno scrivere. E usando male le parole non sono capaci neanche di pensare. I giorni degli esami di Stato servono anche a questo: a stilare una compita anamnesi delle condizioni linguistiche ed espressive dei ragazzi. E il quadro clinico non può che rapidamente peggiorare di anno in anno. Autorevolmente viene segnalata: una caduta verticale nel numero delle parole utilizzate - 1400 contro le 9000 del decennio precedente (ma come le hanno contate?) - , un aumento degli errori ortografici e una conseguente incapacità a risolvere semplici richieste. Una desertificazione espressiva che sembra procedere a velocità sostenuta e che porterà presto alla catastrofe.
A leggerle, queste diagnosi, viene la pelle d’oca.
All’inizio.
Poi uno si ferma e ci pensa.
Ma come è possibile che sia sempre allarme, comunque e dovunque? Come quando la mamma ci spiegava che nel mondo ci sono tanti pericoli. Ci credevamo, giusto un attimo. Poi aprivamo la porta e vedevamo cose totalmente diverse da quelle che ci aveva detto lei.
Anche adesso. Dopo aver letto di questi ragazzi che non usano le parole, scosto il cancello della scuola e vedo ragazzi che si mandano sms, allestiscono i blog, si scambiano mail, inventano i cartoncini per le feste in discoteca, scrivono sui muri. Insomma, stanno tutto il tempo a pasticciare con le parole, a imbrattarsi le mani e il display di vocaboli, lasciando scie di lettere in ogni circostanza.
Ma non dicono niente! tuonano i moralisti. Sono piene zeppe di errori, urlano i puristi.
Certo, certo, avete ragione.
Ma quanto al nichilismo linguistico, alla precarietà morfologica e sintattica, bè, ci siamo tutti, adulti e ragazzi, figli e genitori. Vogliamo aggiungere che si scriveva meglio quando si parlava peggio? Perché no? se questo è rassicurante… Tutto era meglio prima.
Sarà stata la scolarizzazione di massa che ha prodotto effetti nefasti? Più studenti più errori.
E’ come con la spazzatura, per restare nei paraggi di un tema qui tanto discusso. Più consumismo più rifiuti. I conti tornano. Sbagliati, pieni zeppi di errori e orrori, ma tornano.

Mercoledì ho sigillato i compiti dei miei alunni e li correggerò la prossima settimana. Vedremo cosa verrà fuori. Intanto una piccola considerazione sulla seconda prova. Non sono le mie discipline ma come commissario di esame sono tenuta a fare assistenza. Ho visto cose che voi umani(sti)… Il vuoto totale su cui si apriva lo sguardo degli studenti, i non lo so fare, non capisco niente, non abbiamo finito il programma mi hanno spaventato. Tutti parlano della pessima conoscenza dell’italiano dei ragazzi. Vogliamo ragionare del modo in cui vengono insegnante e (non) apprese le materie tecniche e scientifiche nelle nostre scuole? Qui non ci sono sondaggi, allarmismi, pressioni mass mediali? Perché non interessa nessuno o perché non ne sappiamo neanche discutere? Io non dico niente (senza parole, come i miei alunni). Però mi metto a pensare (tanti pensieri, come i miei alunni).

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3 Comments:

  • salve prof, sono pienamente d'accordo con lei!!!!
    si parla solo del calo culturale degli studenti, dello scarso interesse e della svogliatezza.... Ma mai una volta che si parlasse del comportamento di alcuni prof (per fortuna non tutti!!!)!!! Professori ai quali non interessa per niente creare un rapporto di civile e tranquilla covivenza scolastica,ma soltanto creare astio e tensione sottolineando in continuazione il loro grado di superiorità verso gli alunni(esempio lampante: AFFINITO RAFFAELLA-insegnante di diritto).... O addirittura professori che non riescono a rendersi conto che insegnano in una scuola superiore e non all'università, e per questo incapaci capire le esigenze dei propri alunni (altro esempio: TUFINO GIUSEPPE-insegnante di informatica...)
    Per fortuna però che ci sono anche professori come lei in grado di amare gli alunni come propri figli (e forse più dei loro stessi genitori!!!!).

    Di Giorgio Teresa

    Da Anonymous Anonimo, alle 22 luglio, 2007 12:31  

  • Ah cara Teresa, anche tu nelle grinfie della Affinito? Non ti preoccupare, tienile testa. Quando ti grida "siete ignoranti" tu rispondile "tua madre". Non risolverai nulla (quella donna e` una causa persa) ma almeno sai la soddisfazione?

    Da Blogger Unknown, alle 14 ottobre, 2008 14:02  

  • uè... questo non è un blog dove si parla male della gente. e non per ipocrisa, ma per correttezza, per rispetto. come vedete, io di nomi ne faccio pochissimi. ci sono persone che mi piacciono di più, altre che mi piacciono meno, ma in quel caso basta prendere un'altra strada. da alunni è importante imparare ad interagire con più professori, che esattamente come voi alunni, sono diversi e hanno una propria storia personale e professionale. e poi nella scuola le cose si valutano per ciò che accade sul momento e per quello che vi resta dopo. e adesso non potete saperlo. forza, dimostrate di essere diversi, non accontentatevi di una risposta maleducata. è poco, troppo poco. invocare genitori, nonni, zii... è davvero una soddisfazione? marilena

    Da Blogger Marilena Lucente, alle 14 ottobre, 2008 18:29  

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