Scritto sui banchi

16 maggio 2007

Lo Uttaro, i gabbiani e la liturgia della parola


Le lamiere. Lungo un grande anello. Dal basso non si percepisce dove finiscono, dove girano. Lamiere infuocate dal sole del pomeriggio, sembrano onde d’argento. Un effetto amplificato forse dai gabbiani che ci volano sopra. Volteggiano, si alzano, vanno via, ritornano. Gabbiani bianchi e bellissimi. Lontani dal mare. Qui c’è solo verde. Una specie di prato, una resistenza a tutto il resto, una guerra di ortiche e erbe profumate. E di fronte la conca dolente della cava. Quando il sole è in questa posizione, la cava vira sul grigio, si incunea nel verde delle montagne, tra i rintocchi delle altre costruzioni: una torre antica, una fabbrica dimessa, altri grumi di mattoni, più lontani e indefiniti. Davanti alle lamiere, sotto i gabbiani, hanno sistemato un altare. Con la tovaglia bianca, i fiori, il calice, il leggio. Un altare vero. Accanto ad un pulmino sgangherato che contiene gli amplificatori. E sotto i gabbiani che continuano a volare. Piano piano lo spiazzo incomincia a riempirsi di gente. I primi arrivati vanno su e giù, scorazzano, un bambino cade nei pressi di una vecchia porta di calcio, è inciampato ai fili della rete. Le ortiche gli bruciano il braccio per tutto il pomeriggio. Poi si sentono le voci. E i canti. Fa ancora più caldo. Alle quattro del pomeriggio il caldo è incredibile. E quando si alza il vento, l’odore della spazzatura avvolge tutti, un lunghissimo nastro di dolore, che inciampa nella musica, nelle canzoni dedicate alla Madonna. E poi arriva il corteo. Donne, bambini, anziani, ragazzi. Quelli del centro sociale con il pulmino rosso e l’immancabile Macrico 100 per cento verde. Gruppi di Maddaloni, di San Nicola, di Caserta. Coppie che si tengono per mano e mamme con i bambini in braccio. Intorno al Vescovo ci sono tanti cittadini, alcuni spiegano ad altri come è potuto accadere e cosa sta per accadere, i colpi bassi a forza di delibere, i tradimenti, le delazioni. Poco più in là non si sente quello che dicono. Ma non è così importante. Adesso, adesso l’importante è esserci. La messa incomincia. La discarica Lo Uttaro è alle spalle dell’altare. Non si vede. Fasciata dalle lamiere d’argento. Se non fosse per i gabbiani e l’odore e la montagna sventrata non ci sentiremmo così pericolosamente in bilico su qualcosa. I sacchetti riversi della spazzatura, i bidoni stracolmi sono fuori dai nostri sguardi. (Ma oramai li abbiamo sempre negli occhi. Una specie di effetto di persistenza retinica. Non facciamo che vederli, intercettarli visivamente. Ci restano dentro lo sguardo, anche quando sono lontani). Eppure la sensazione è quella di trovarsi sull’orlo di un dirupo. Il sentimento di una catastrofe imminente ci attraversa quasi a nostra insaputa. “Nel nome del padre… “. Incomincia la messa. I fedeli ascoltano, parlano, si salutano, pregano. Il sole è ancora più forte. Le parole sono come i cristalli della cava quando sono bagnati dalla luce. Sembrano mare. Onde. Di dolore e di speranza. C’è una natura che parla di noi, una discarica che ha fatto di noi qualcosa di diverso da quello che eravamo prima. Tra paura e consapevolezza. Rabbia e indignazione. Un paio di bambine stanno giocando a girotondo e la mamma intima loro il silenzio. Ma anche lei, come tante, è qui per loro. Per i suoi, i nostri figli. Intanto continua la liturgia. E i canti. E i discorsi. Onde di dolore e di speranza. E tutto sta a capire se quella speranza è solo illusione oppure l’unico modo per lavorare e rendere questo mondo, questo spicchio di mondo, leggermente migliore.

2 Comments:

  • come fanno nelle altre regioni? perché non si avvia, non s'impone la raccolta differenziata? siamo talmente immaturi? o la camorra é non tollera nemmeno piccole variazioni nei piani? E se proprio deve esserci un'immensa discarica, il sito non dovrebbe essere scelto in un area scarsametne abitata?
    lo uttaro, addosso alle case di duecentomila abitanti: che superficialità e strafottenza!

    Da Anonymous Anonimo, alle 16 maggio, 2007 17:24  

  • Si hai detto bene "ma nelle altre regioni come fanno?" Non hanno nessun problema a smaltire i rifiuti, (o quasi) certo nessuna regione è in perenne emergenza come la Campania; quindi vuol dire che qui non si vuole risolvere il problema e sono proprio i nostri politici che non vogliono risolverlo, forse perché sono loro stessi collusi con la camorra che gestisce il tutto e la cosa più grave è che la maggior parte dei cittadini di questa zona non ha reagito a tutto ciò, forse perchè crede alle chiacchere dei politici o forse… chissà perché!!! Se ne stanno accorgendo solo ora che c'è una puzza insopportabile che si estende in tutti i quattro comuni che confinano con la discarica, ma ormai forse è troppo tardi perché la discarica è quasi piena, dobbiamo solo sperare che non comincino a riempire anche la cava affianco a questa, altrimenti penso che l'unica cosa che resta da fare ai circa 200.000 cittadini residenti in questa zona è andar via da qui.
    P.s. Prof. ha scritto proprio un bell'articolo

    Da Anonymous Anonimo, alle 06 settembre, 2007 13:28  

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