Scritto sui banchi

16 marzo 2007

gigi (d'alessio) e le scintille (lucenti)


Vedo una mia alunna sgattaiolare da un’aula all’altra con un libro in mano. Con la coda dell’occhio capisco che non si tratta della solita copertina azzurromoccia e dunque c’è un altro testo che circola da queste parti. La curiosità mi divora. “Che libro hai?” chiedo entrando in classe prima ancora di dire buongiorno. “Quello di Gigi D’Alessio”, mi risponde con gli occhi che sorridono. “Questo è il terzo, è bellissimo”. Come fa Gigi D’Alessio a fare i concerti, la casa, il nonno, il fidanzato, l’ospite televisivo e a trovare il tempo per scrivere i libri?
Impossibilitata a stagli al passo decido di trovare almeno il tempo per leggerlo. Per fortuna Come un film è un libro intervista, pieno di pagine bianche che non si capisce se sono messe lì per ragioni editoriali (arrivare al numero giusto di pagine) o come intermezzi musicali (anche il silenzio può far parte della partitura). Un viaggio dentro la gigidalessiostory, costruita come la più classica delle storie: il bambino piccolo e nero, (nero no, ma piccolo sì, tanto che lo chiamavano Topolino perché non riusciva a raggiungere lo sgabello del pianoforte) alla amicizia con Mario Merola, il difficile esordio e finalmente il successo. Arrivato, goduto, vissuto.
Come nelle favolette non mancano i cattivi, qui con il ghigno appena accennato degli strozzini e ancor più con il cipiglio severo della critica musicale e di tutti i denigratori che lo attaccano per il fatto di essere popolare e di spopolare tra le ragazzine. Lui si difende, racconta di quelli che poi si sono scusati con lui dicendo che non avevano capito niente, infila un po’ di complimenti acchiappati qua e là, racconta dei suoi infiniti riconoscimenti. Senza ovviamente essersi mai montato la testa.
A me non piace Gigi D’Alessio. Ogni tanto qualche studentessa mi fa sentire una canzone ma non riesco ad apprezzarlo. Ho letto questo libro, magari mi scattava un guizzo di simpatia. Niente. Purtroppo. Però ho fatto molta attenzione ai passaggi in cui questo libro si infarcisce di pedagogia. (E’ la tentazione di tutti, quella di insegnare, non si sfugge). Ad un certo punto l’intervistatore gli chiede di quella campagna a favore del casco di cui lui era testimonial. Gigi risponde più o meno così: se un politico dice mettetevi il casco nessuno lo fa, se lo dice un cantante sì.
Ah sì? E allora facciamogli dire più cose a questi cantanti. Perché hanno le parole giuste, il volto giusto, il tono giusto? Non lo so. Però per me va bene. Anche se gigionongigi di caschi per le strade se ne vedono ancora pochi. Come pure le volanti della polizia. Ecco gigi dovrebbe cantare anche per loro, per fargli fare i controlli e risolvere caschi, stragi del sabato sera, guida in stato di ebbrezza (ma questo è un altro discorso).
Torniamo al libro. C’è un passaggio che ho copiata sull’agenda. Lui deve spiegare se grandi si nasce o si diventa: “Si diventa. Con dedizione, passione e sacrificio. Anche il genio ha bisogno di tante cose: del vissuto, dell’esperienza, dei valori, dell’amore, delle passioni per nutrire la sua scintilla”. Ecco qua, questa è la ricetta di Gigi. Nutrire le scintille.
Nutrite le scintille! Nutrite le scintille!!! Perché se lo dico io ai miei alunni non funziona e e lo dice lui sì? A dire il vero, ho letto il testo mentre loro facevano compito: magari per la proprietà transitiva qualcosa accade, qualche scintilla lucente ci scappa.


My Photo
La scuola è un racconto. Scritto sui banchi continua sul web ogni settimana. Con storie, immagini e dialoghi.

Alice.it - Gli appuntamenti con libri
My Photo
Marilena Lucente: insegnante

Per saperne di piu'
Ancora del Mediterraneo
Caserta c'è
Caserta Musica
Gero Mannella
Luisella Bolla
Valerio Lucarelli

Powered by Blogger