Scritto sui banchi

05 marzo 2007

in bicicletta, durante la giornata della lentezza

Testo argomentativo. Scegli un tema, affronta una questione, prendi un argomento, appunto, e impara a guardarlo da tanti punti di vista. Il programma ogni tanto inciampa su queste richieste ministeriali dalle quali non è possibile sgattaiolare. E’ giusto in fondo, prendere un oggetto e analizzarlo bene, scoprirne gli aspetti, guardare bene tutto, ma proprio tutto. E raccontarlo. Mica facile però. Con la giornata della lentezza ho deciso di prendermela comoda. In giro per l’Italia hanno fatto le feste con ballando i lenti guancia a guancia, hanno multato gli indaffarati con degli autovelox per pedoni, hanno mandato un po’ di asini a trotto per le strade. Me le hanno raccontate le mie alunne queste cose. Dopo un po’ di giretti su internet che avevano avuto come compito a casa. Ma si può fare qui, al sud, nel flemmatico sud, una riflessione sulla lentezza? Allora prima di scomporre le facce della questione, proviamo a dialettizzare. Per ogni banco, una scrive della lentezza, l’altra della velocità. Vediamo cosa succede.
Seguendo i gusti personali, ma anche la necessaria alternanza tra i banchi. A me è toccata la velocità. E visto che sono la prof, mi sono riservata il piacere di scrivere anche per divertire. Ecco la mia arringa. “Velocità. Sempre, comunque. Perché velocità fa rima con felicità e libertà. C’è un momento per me, la mattina, che è davvero il più bello della giornata. Sto andando a scuola, imbocco la discesa, la bici prende velocità e nel punto massimo della corsa mi sollevo in piedi, sento il vento sulla faccia, sulle braccia, sui pantaloni. Sento l’ebbrezza della velocità che si porta via tutto: pensieri, paure, apprensioni. Una pericolosa felicità, la velocità.
Insieme alla libertà. Prova a prendermi. Si corre, si fugge, si scappa. Si va lontano da quello che non ci piace. Chi non ha sognato di avere grandi ali di uccello per andare lontano?
E poi c’è la velocità della mente. Senza la quale neanche i più lenti pachidermi riuscirebbero a sopravvivere. Insight la chiamano gli scienziati cognitivi, la capacità del cervello umano di saper selezionare e scegliere immediatamente tra migliaia di informazioni. Capire ciò che ci piace e cosa no, scegliere il colore giusto, la frase giusta, la persona giusta. Insigth ovvero la prima impressione. E quella conta. Un misto di intuizione ed esperienza che si brucia in pochissimo tempo e resterà dentro di noi per sempre. Anche se poi cambieremo idea.
Infine, l’aspetto più interessante della velocità è il suo inscindibile legame con l’amore. Cupido è un ragazzetto sveglio che scorazza nel cielo e la sua freccia è più veloce di lui. Quando la scaglia non c’è verso di rallentare la corsa, di parare il colpo. Lui è già da un’altra parte. A lanciare frecce. L’amore è un dardo. In genere colpisce nel giusto, Cupido. (Qualche volta fa danni). La sua specialità sono i colpi di fulmini. Cosa c’è di più veloce, rapido e preciso di un colpo di fulmine?”
Sette più, mi hanno dato i miei alunni. Ho accettato senza argomentare, perché i loro testi sono stati decisamente più belli.

2 Comments:

  • Salve prof..rileggendo il suo tema sulla giornata della lentezza l’ho trovato
    Ancor più bello.A me piace troppo il suo modo di scrivere perché lei scrivendo
    Trasmette molto…almeno a me.Ad esempio leggendo il suo tema la immaginavo correre in bici, il vanto che le andava sul viso tutto.Cioè mi fa fantasticare e usare l’immaginazione, quella che a noi ragazzi d’oggi un bel po’ manca…purtroppo.
    Sa ho letto il suo tema pro velocità anche a mamma ed è pienamente d’accordo con lei..perché come lei ama la velocità..andare in bici, e poi come vera casalinga
    Lei dice che le faccende di casa se le fai con lentezza “quell già so brutt po’ a ropp t fann ammuscià”.Comunque prof.sto ancora leggendo il suo libro “scritto sui banchi” ed è davvero ogni giorno più bello..bellissimo…Senta prof.la prossima volta può scrivere anche un libro sulla 4b??? Va bè ora la saluto...Baci baci..michela.

    Da Anonymous Anonimo, alle 25 marzo, 2007 20:46  

  • cara michela, in realtà il nostro libro lo stiamo già scrivendo, giorno dopo giorno, studiando, ragionando, vivendo nuove esperienze. nuove anche per me.
    quanto al libro. io non so mai se e come quello che vivo diventerà nararzione. dipende dal momento, dalle persone, da tante cose a me sconosciute.
    però tua mamma, l'allegria e la saggezza che ispira, va raccontata. c'è una poesia che incomincia così, qualcuno dovrà dirli i tuoi miracoli.
    io scriverò il resto...

    Da Blogger Marilena Lucente, alle 27 marzo, 2007 22:49  

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