esami di stato, il giorno dopo
Non scrivono. Non sanno scrivere. E usando male le parole non sono capaci neanche di pensare. I giorni degli esami di Stato servono anche a questo: a stilare una compita anamnesi delle condizioni linguistiche ed espressive dei ragazzi. E il quadro clinico non può che rapidamente peggiorare di anno in anno. Autorevolmente viene segnalata: una caduta verticale nel numero delle parole utilizzate - 1400 contro le 9000 del decennio precedente (ma come le hanno contate?) - , un aumento degli errori ortografici e una conseguente incapacità a risolvere semplici richieste. Una desertificazione espressiva che sembra procedere a velocità sostenuta e che porterà presto alla catastrofe.
A leggerle, queste diagnosi, viene la pelle d’oca.
All’inizio.
Poi uno si ferma e ci pensa.
Ma come è possibile che sia sempre allarme, comunque e dovunque? Come quando la mamma ci spiegava che nel mondo ci sono tanti pericoli. Ci credevamo, giusto un attimo. Poi aprivamo la porta e vedevamo cose totalmente diverse da quelle che ci aveva detto lei.
Anche adesso. Dopo aver letto di questi ragazzi che non usano le parole, scosto il cancello della scuola e vedo ragazzi che si mandano sms, allestiscono i blog, si scambiano mail, inventano i cartoncini per le feste in discoteca, scrivono sui muri. Insomma, stanno tutto il tempo a pasticciare con le parole, a imbrattarsi le mani e il display di vocaboli, lasciando scie di lettere in ogni circostanza.
Ma non dicono niente! tuonano i moralisti. Sono piene zeppe di errori, urlano i puristi.
Certo, certo, avete ragione.
Ma quanto al nichilismo linguistico, alla precarietà morfologica e sintattica, bè, ci siamo tutti, adulti e ragazzi, figli e genitori. Vogliamo aggiungere che si scriveva meglio quando si parlava peggio? Perché no? se questo è rassicurante… Tutto era meglio prima.
Sarà stata la scolarizzazione di massa che ha prodotto effetti nefasti? Più studenti più errori.
E’ come con la spazzatura, per restare nei paraggi di un tema qui tanto discusso. Più consumismo più rifiuti. I conti tornano. Sbagliati, pieni zeppi di errori e orrori, ma tornano.
Mercoledì ho sigillato i compiti dei miei alunni e li correggerò la prossima settimana. Vedremo cosa verrà fuori. Intanto una piccola considerazione sulla seconda prova. Non sono le mie discipline ma come commissario di esame sono tenuta a fare assistenza. Ho visto cose che voi umani(sti)… Il vuoto totale su cui si apriva lo sguardo degli studenti, i non lo so fare, non capisco niente, non abbiamo finito il programma mi hanno spaventato. Tutti parlano della pessima conoscenza dell’italiano dei ragazzi. Vogliamo ragionare del modo in cui vengono insegnante e (non) apprese le materie tecniche e scientifiche nelle nostre scuole? Qui non ci sono sondaggi, allarmismi, pressioni mass mediali? Perché non interessa nessuno o perché non ne sappiamo neanche discutere? Io non dico niente (senza parole, come i miei alunni). Però mi metto a pensare (tanti pensieri, come i miei alunni).
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