Scritto sui banchi

19 giugno 2009

bocciature 2008-2009: che ho fatto io per meritarmi questo?

Esattamente quattrocentomila. 372 mila bocciati e 28 mila non ammessi alla maturità.
Questo il bollettino di guerra che chiude l’anno scolastico 2008 – 2009. Quello che era iniziato con la Gelmini a Cortina e gli strali contro gli insegnanti meridionali. Quello che è continuato con le riforme e i decreti a pochi giorni dalla fine del quadrimestre, con le regole cambiate durante il gioco, con le affacciatine dalla televisione a ricordare che comunque tutto questo è la scuola del merito, ed è finito con la soddisfazione sulla faccia, perché tutti questi bocciati affermano ed evidenziano che questa è veramente la scuola del merito.
Ma merito di chi?
A margine della domanda, un altro interrogativo: ma dov’è l’onda? Dove sono i ragazzi e le ragazze che a ottobre saltellavano “stella stellina la notte s’avvicina”? Non una protesta, un segno, una scritta sulla sabbia? Sulle barricate ci sono solo un gruppetto di adulti fanatici che urlano in libreria. E gli altri? Gli studenti, i professori? Tutti al mare o a studiare per il recupero.
Torniamo al merito delle bocciature. In chiave quasi psicanalitica. Un professore che boccia si sente riconfermato nel proprio ruolo. Potere, autorità, capacità di governare il flusso degli eventi presenti e futuri. Lo vedi? non hai studiato, adesso ti do la punizione, per il tuo bene, e poi ritorni sulla retta via. La bocciatura è il logos. Il padre.
La promozione è la madre. La promozione è accoglienza, medicazione di ferite dell’anima - (quest’anno ha avuto dei problemi) - e della mente (ha dato il massimo, più di così non ce la fa). La promozione è maternage allo stato puro. Un errore madornale per alcuni, perché non insegna ad affrontare la durezza del mondo, a forgiare il proprio carattere superando prove ed ostacoli.
“A Sparta, i bambini dovevano camminare di notte nudi nel bosco ….”, “sì si, a casapulla non ci stanno i boschi. E poi i figli nostri hanno tante cose da affrontare, la droga, i pedofili, non sono più feroci delle notti di Sparta?”. Come in altri frangenti della vita, anche quando si decide della promozione o della bocciatura, il codice paterno e quello materno si scontrano. (con mille variazioni nella realtà: ci sono presidi che vogliono promuovere tutti, professoresse paladine della selezione, e così con i genitori).
“Io credo che un anno di bocciatura a mia figlia farà bene… “. Appunto, il vecchio trucco: è per il tuo bene. Ammiro la sicurezza della mamma della mia alunna, esattamente come ammiro il suo spolverino rosa cipria di seta impalpabile che indossa quando viene a scuola a parlare con me. Era uno di quei giorni piovosi si maggio… Io ho le solite scarpette di gomma e i soliti pensieri: come fai a sapere cosa farà bene a tua figlia di sedici anni? Quell’età maledetta in cui un complimento ti fa volare in paradiso e un’offesa, un gesto di scortesia, una negligenza ti distrugge per un tempo infinito.
E’ probabile che la ragazzina soffra di più per il fidanzato che l’ha lasciata che per la bocciatura a scuola (verosimilmente la bocciatura se l’è aspettata, la fine del suo amore no), ma di qui a pretendere che l’esito scolastico sia una lezione di vita… credo sia esagerato.
Ammesso o non ammesso a frequentare la classe successiva è la dizione che si trova accanto al nome. E racconta di un percorso lungo un anno, spesso due (frase tipica in consiglio di classe: questa l’abbiamo già salvata l’anno scorso!). Spiega quello che è stato, ma non quello che accadrà. Anche se è facile prevederlo. Niente. Non accadrà niente. Perché una bocciatura non migliora il ragazzo, non lo trasforma sul piano cognitivo, non gli tira fuori dei cromosomi che erano sommersi o anchilosati in qualche anfratto del suo cervello. Il ragazzo, bocciato, non diventerà di certo uno studente migliore. Forse qualche vantaggio l’avranno gli altri che studieranno (un po’) di più, percependo la bocciatura dei compagni come deterrente.
Non credo che si debba fare della promozione una bandiera. Promuovere tutti è sbagliato quanto respingere tutti. E molti insegnanti, negli anni, accumulano una quantità di scrupoli e dubbi sugli alunni bocciati ingiustamente, su possibili errori che sono pedagogici e non giudiziari, la cui sola “fortuna” è quella di non essere condannati a pagare. Ma sempre errori sono.
Quattrocentomila studenti fanno un passo indietro e ripetono l’anno. Come ci siamo meritati alunni così? Con la nostra didattica sempre all’avanguardia? Saremo attrezzati di lavagne elettroniche ma non uno strumento che sia uno che ci spieghi come far superare gli errori di ortografia ad un alunno di quinta. E che dire dei corsi di recupero, progetti scuole aperte, pon, e tutto quell’altro (impossibile resistere alla tentazione della citazione. E che emozione menzionarLa!!!) “ciarpame” della istruzione? Nelle nostre scuole cantiamo, facciamo teatro, costruiamo osservatori astronomici e gastronomici, portiamo alunni in parlamento, nei campi di concentramento, ai forum, alla scuola di legalità. E poi: 372 mila bocciati e 28 mila non ammessi alla maturità.
I conti non tornano. Gli alunni ripetenti, l’anno prossimo ritornano.
E noi saremo lì, ad attenderli. Tra i banchi di una nebbia pedagogica che non ci fa vedere un bel niente.

1 Comments:

  • Anche quest'anno mi sono comportata da madre e adesso mi si è chiarito perchè, grazie per la sua ironia che fa pensare...

    Da Blogger Unknown, alle 27 giugno, 2009 12:26  

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