le porte della percezione
Certe volte i portoni delle scuole hanno un aspetto terribile. Se fuori sono così, viene da chiedersi cosa custodiscono all’interno, su quali cortili si aprono, quali teorie di aule custodiscono, quali giri di scale riescono a contenere.
La mattina arrivo sempre leggermente in ritardo. Per effetto di cause lontane e imprevedibili. Come in uno dei principi cardine dell’ecologia. Se una farfalla sbatte le ali nella foresta tropicale un paio di mesi dopo potrebbe determinare un uragano nell’Oceano Atlantico. Parola di Kornad Lorenz.
Dunque, se la baby sitter trova traffico dall’altra parte della città, se il giorno prima Alessandro ha perso tutti i bottoni del grembiule, se Paolo ha scoperto proprio sulla porta di casa di avere i calzini di colore diverso, mi capita di fare tardi a scuola. Corro corro corro. Sino a quando decine di buongiornoprofessoressa, buongiornoprofessoressa mi raggiungono da un lato all’altro del marciapiede. Non sempre riesco a rispondere: ho ancora il fiatone. Anche loro sono in ritardo. (Sempre per effetto della farfalla che sbatte le ali nella foresta tropicale). Però qui siamo di fronte al portone della scuola. E stanno decidendo se entrare o fare filone. Non hanno voglia di fare lezione: quelli che mi hanno salutato affettuosamente, quelli che hanno ancora sonno, quelli sanno già dove andare.
Tra i tanti, da menzionare un buongiornoprofessoressa! di uno studente che ha incominciato a salutarmi da un paio di mesi e da allora non ha mai smesso. Anche se si trova dall’altra parte della strada. Non è un mio alunno. E io non sono la sua prof. Ignoriamo tutto l’uno dell’altro. Ma riconosco da lontano lo scintillio dell’orecchino e l’allegria della voce che mi saluta. Forse c’è un piccolo record segreto da battere. Tipo: riusciremo a dirci solo buongiorno per tutto l’anno? Oppure: a quanti metri di distanza le nostre voci possono incrociarsi?
Ma gli altri buongiornoprofessoressa sono dei ragazzi che dovrebbero essere con me alla prima ora e invece sono fuori che ancora non sanno che aspetto dare alla loro mattinata. Si può decidere di fare filone proprio sul portone della scuola? Credo di no. E poi se sono lì, sulla soglia, vuol dire che non sono proprio convinti o compatti sul da farsi. Certo, questa non è scuola dell’obbligo, molti sono maggiorenni, spesso avvertono i genitori. Però, secondo me, è meglio stare in classe. A cercare le ragioni per attraversarlo, quel portone. Stamattina li ho costretti ad entrare. So che tecnicamente non si può. Ma non è possibile nemmeno ignorare la loro presenza sul marciapiede della scuola. Potrei scrivere sul registro: la classe è assente. E poco dopo uscire, andare a fare la spesa, tornare a casa, rinforzare tutti i bottoni dei grembiuli dei bambini, sistemare definitivamente le coppie di calzini. Così da arrivare, da domani, finalmente in anticipo. Ignorando gli studenti che sono fuori (se ci sono). Non ci riesco. Ho anche l’alunno-buongiornoprofessoressa! che mi aspetta. E poi magari, a quell’ora, una farfalla sbatte le ali nel portone della scuola. E io non voglio perdermela.
2 Comments:
E' vero, quel portone della nostra scuola ha un aspetto terribile...Forse ci soffermiamo lì la mattina perchè non riusciamo a darci una risposta su cosa ci si può trovare dentro...Sta per arrivare la primavera e penso che dovete abituarvi all'idea di trovare alcuni dei vostri alunni soffermati sulla soglia per decidere come trascorrere la mattinata....Se entrare e non assentarsi,almeno fisicamente! oppure fare un giro alla reggia e trascorrere la mattinata ridendo e scherzando in compagnia della tua migliore amica.se non ci vediamo Vi do in anticipo il buongiornoprofessorè per domani.Un grosso saluto a presto Domenico
Da Anonimo, alle 02 marzo, 2006 17:49
era un giorno come tanti,in seguito ad una fuga dalla classe curata nei minimi dettagli,mi sono ritrovato,come mio solito fare,a gironzolare insieme ad alcuni amici per l'istituto esprimendo schizzi di ultraeuforia tra i corridoi.avevo quasi fatto il giro di tutta la scuola e avevo quasi finito anche il giro dei saluti e incrementata la lista delle mie conoscenze.mancavano all'appello solo alcune mie amiche e una volta raggiunto le vicinanze della loro aula decisi che dovevo salutarle,vi era solo un piccolo inconveniente,la loro prof stava fuori la porta,non l'avevo mai vista,ancora non mi conosceva.....di preciso non ricordo cosa stesse facendo,ricordo solo che aveva tra le mani un bicchierino che non sapeva dove buttare.mi sentii il dovere di aiutarla,cosi dopo varie mie insistenze per prestarle soccorso presi il bicchiere e lo gettai a terra...tutto fatto!io...e lei,in fretta e furia,contemplando il mio gesto,rientro in classe.noi scoppiammo tutti a ridere,ne fatt nat(gerardo),si semp tu(tommy),si a droga mia(pako),e ancora discutendo di quanto accaduto decidemmo che era giunto il momento di rientrare in classe.la professoressa che ci aveva fatto tanto sorridere,infondo infondo,non so il perche,mi era simpatica,e da allora......BUONGIORNO PROFESSORESSA
Da Anonimo, alle 02 marzo, 2006 22:13
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