Tutto sull'amore
E’ finita la settimana dell’amore? E’ finita finalmente? Hanno fatto filone martedì, assemblea mercoledì e qualche classe persino ponte lunedì. Quasi si trattasse della festa del santo patrono di un paese grande quanto tutta la Campania. E invece delle luminarie: centinaia di cuori, cadenti, volteggianti, ammiccanti da ogni dove. Cuori e cioccolatini. Dalle eleganti vetrine dei bar agli spartani scaffali del supermercato. Da segnalare, per tempestività e incisività delle proposte, le bancarellucce lungo il Vialone di Caserta. Fiorite il giorno di San Valentino offrivano per cinque euro orsacchiotti che avevano legati alla vita un tubo di baciperugina. Sembravano personaggi dei cartoni animati, con la dinamite attaccata sulla pancia. Per vere e proprie esplosioni d’amore.
Interessante anche la combinazione delle parole inneggianti all’amore: alfanumeriche le frasi stampate sulle margherite rosse di velluto (80 voglia di te, 6 solo mia), intercambiabili quelle sulle pantofoline blu (baci-piede destro, abbracci – piede sinistro), effervescenti quelle ricamate sui cuori morbidi morbidi (hai conquistato un grande cuore, sono tuo, come t’è l’aggia dicere?).
L’indice glicemico delle scritture ha raggiunto livelli davvero elevati.
Ho voglia di te. E questa volta non si tratta più di dolciumi. E’ il libro di Federico Moccia che è già negli zaini di molte studentesse. Tutte desiderose di sapere che ne è di Babi e Step, coppia tormentone di questi ultimi anni, che dopo aver sostato 3MSC (contrazione poco romantica ma assai usata di Tre metri sopra il cielo) era precipitata nel buio senza fine degli amori finiti.
E l’autore afferma che essere innamorati, no, non significa essere felici. Quante certezze, questo scrittore. Beato lui. Però, continua, l’amore è anche altro. Ci sono tante emozioni che l’amore dispiega e lui spiega così bene che ... Insomma: in quelle righe bisogna tuffarsi per capirci qualcosa. E nuotare almeno per quattrocento pagine di romanzo. (Anch’io in realtà sono già in apnea. Sono uscita solo per prendere aria e scrivere un po’).
Code in libreria, code in pizzeria, code in discoteca, per questo San Valentino 2006. Processioni da festa patronale, appunto. Euforia, stanchezza, noia, felicità. E dopo la festa, bisogna collocare i cuori ricevuti negli scaffali , sulle mensone, sui planner della vita di tutti i giorni. E vedere l’effetto che fa.
Interessante anche la combinazione delle parole inneggianti all’amore: alfanumeriche le frasi stampate sulle margherite rosse di velluto (80 voglia di te, 6 solo mia), intercambiabili quelle sulle pantofoline blu (baci-piede destro, abbracci – piede sinistro), effervescenti quelle ricamate sui cuori morbidi morbidi (hai conquistato un grande cuore, sono tuo, come t’è l’aggia dicere?).
L’indice glicemico delle scritture ha raggiunto livelli davvero elevati.
Ho voglia di te. E questa volta non si tratta più di dolciumi. E’ il libro di Federico Moccia che è già negli zaini di molte studentesse. Tutte desiderose di sapere che ne è di Babi e Step, coppia tormentone di questi ultimi anni, che dopo aver sostato 3MSC (contrazione poco romantica ma assai usata di Tre metri sopra il cielo) era precipitata nel buio senza fine degli amori finiti.
E l’autore afferma che essere innamorati, no, non significa essere felici. Quante certezze, questo scrittore. Beato lui. Però, continua, l’amore è anche altro. Ci sono tante emozioni che l’amore dispiega e lui spiega così bene che ... Insomma: in quelle righe bisogna tuffarsi per capirci qualcosa. E nuotare almeno per quattrocento pagine di romanzo. (Anch’io in realtà sono già in apnea. Sono uscita solo per prendere aria e scrivere un po’).
Code in libreria, code in pizzeria, code in discoteca, per questo San Valentino 2006. Processioni da festa patronale, appunto. Euforia, stanchezza, noia, felicità. E dopo la festa, bisogna collocare i cuori ricevuti negli scaffali , sulle mensone, sui planner della vita di tutti i giorni. E vedere l’effetto che fa.
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