il piacere di andare, di leggere e di fare fotografie
Adesso si chiamano viaggi di istruzione, oppure visite guidate. Però: sempre gite sono! Quando li si incontra per strada, al solito, sembrano tutti uguali: la prof che richiama e reclama attenzione, i tre quattro che si imboscano, il ragazzino sempre solo che ti ricorda i tuoi momenti peggiori, le macchine fotografiche che luccicano e dondolano, gli zainetti pieni di roba. Studenti in gita. A guardarli meglio, immagini facilmente quello che c’è dietro: il cellulare sotto il cuscino per sentire la sveglia dell’amica, la corsa scalmanata per prendere i posti di dietro, gli appelli, i richiami dell’autista, le canzoni sentite a metà, dividendo le cuffiette dell’mp3, l’autorizzazione consegnata in ritardo. Le foto, le foto, le foto.
Giovedì sono stata in gita con i miei alunni a Roma. Accidenti che bottino!
Un gruppo ha incontrato Fioroni e gli si è fatto incontro: “Grazie, grazie, Ministro per quello che avete fatto per noi!”. Lui sorride compiaciuto. “Ma non potevate aspettare un altro anno per fare le riforme? proprio adesso che al terzo sono arrivato io”. Lui sorride dubbioso. “Facciamo una foro?”. E si mettono uno accanto all’altro, con gli occhiali a specchio, il gel tra i capelli, i giubbini imbottiti che schiacciano Fioroni, al centro con un sorriso professionale.
Nel pomeriggio, dopo il McDonald di rito, la fiera dell’editoria. Non è che fosse in cima ai loro pensieri, ai loro desideri, ma va bene lo stesso, l’importante è stare insieme.
L’interno del palazzo dell’Eur è praticamente scomparso, sommerso di stand e di libri. Si fa incetta di gadget: cataloghi, segnalibri e poster. E finalmente si raggiunge la sala delle conferenze. Corrado Augias racconta del piacere della lettura. Insieme a lui altri scrittori, studiosi, rappresentanti del Ministero. “Leggere, dice Augias, è un atto innaturale, richiede pazienza, come il wischy, la sigaretta”. L’esempio è meno classico di quello che ci si aspetta: leggere, bere, fumare. Non sarà troppo azzardato? “La prima sigaretta non dà piacere. Eppure si continua a fumare, per imitazione, perché quelli che lo fanno ai nostri occhi sembrano interessanti. Anche leggere è un atto scimmiesco. Sigaretta dopo sigaretta, si trova quello che si cerca”. Leggere e cercare, leggere è cercare, Augias gli sta raccontando di questa esperienza. “Non immaginate di trovare subito il libro che fa per voi, il piacere della lettura si deve conquistare, come tutti i piaceri”. (Clic! La mia collega si fa autografare il libro).
Il piacere? Ma la parola piacere sembra bandita dalla scuola, rabbrividisce a cospetto di un’aula, fugge in ritirata quando incontra un insegnante. Come può la parola piacere coniugarsi con il verbo “leggere” e con il complemento di stato in luogo “a scuola”? Marco Presta e Antonello Dose, i due esuberanti conduttori del Ruggito del coniglio (Radio Due), qui animatori del pomeriggio, qualche idea se la sono fatta: filmiamo le pagine dei libri e mandiamo il video su You Tube! Mandiamo un intero libro spezzettato in tanti sms! dateci altre idee, chiedono alle insegnanti, ai ragazzi! (Clic: la mia collega parla al microfono raccontando di quello che facciamo noi, quello che proviamo a fare).
Non si legge, non si legge. Come un mantra si ripetono i dati sconfortanti delle statistiche sui dati della lettura in Italia e il dibattito prende una piega un po’ stantia, i già fragili entusiasmi stanno per essere smorzati del tutto: come si fa a leggere se tutti ci dicono in tono di rimprovero: non leggete non leggete... Non abbiamo voglia neanche più di fare una fotografia.
Però Augias prima di andare via ci aveva avvertito: “La lettura ci deve stanare, è una magia che non è facile ottenere”. Qualcuno l’ha già dimenticato, nella magia delle luci del pulmann di sera che ci riporta a casa, stanchi e saturi di parole, ciascuno con una scia di emozioni così impercettibili che non si possono fotografare.
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