Scritto sui banchi

17 giugno 2008

vecchie minestre e nuove ministre

Antonietta era – ed è – l’amica storica di mia madre. Quarant’anni di vita insieme, per quelle cose misteriose dell’amicizia, stessa altezza, stesso lavoro, figlie coetanee, stesse vacanze.
Una mattina, sulla spiaggia, incominciò a fare strani discorsi a me e a sua figlia Manuela. Eravamo dodicenni e lei parlava d’amore, di fidanzati che presto avremmo potuto incontrare, e da maestra qual era, ci istruiva. Almeno con quattro B!!!. Io e Manuela giocavamo pateticamente con i secchielli e le palette. Bello. Mi passi la paletta. Buono. No, serve a me. Benestante. E dai! Di Buona famiglia. E tu dammi il rastrello. Avete capito? Bello Buono Benestante. Di Buona famiglia. Il nostro giovanissimo spirito anarchico fece ci fece buttare le palette per aria e incominciammo una discussione che non finiva più. Mia madre sullo scoglio, con la copia di Tutto Uncinetto sulle gambe, stava realizzando una borsa di cotone e non diceva una parola, preoccupata solo di non far bagnare i gomitoli colorati. Gli anni settanta stavano per finire ma i bikini fatti all’uncinetto si usavano ancora.
Col passar del tempo, le allora ragazzine della spiaggia hanno avuto vari fidanzati e un marito cadauno. Nessuno dei fidanzati era dotato di quattro B contemporaneamente oppure le aveva, ma con altri significati: quello Buono spesso era Brutto, quello Benestante era un Babbeo, quello di Buona famiglia era Bacato e così via (sino all’incontro con i mariti che di aggettivi ne hanno a Bizzeffe e qui sarebbe troppo lungo elencare). Eppure quell’insegnamento, le quattro B, è rimasto incastrato tra i ricordi.
Da adulte, io e la mia amica, prive di fantasia professionale, abbiamo intrapreso la stessa carriera delle nostre mamme. Insegnanti, tutte e quattro. Vincitrici di concorso ci imbattemmo negli albori delle tre I. Informatica, Inglese, Internet.
L’insegnamento sotto forma di lettere e numeri continuava a perseguitarci. Dovevamo formare studenti capaci di conoscere l’informatica, di parlare l’inglese e di smanettare su internet. Noi, che insegnavano Italiano. Poi, il cambio di governò. Con le statistiche di valutazione Internazionale che gridavano a tutto il mondo quanto i nostri alunni fossero ignoranti. Non solo quelli miei e di Manuela, quelli di tutta l’Italia.
Incerte e persino Impaurite dagli esisti catastrofici della nostra scuola, tra ragazzi sempre più Irrequieti e Irascibili, l’altro giorno io e Manuela abbiamo ascoltato – era ora! - per la prima volta la voce del ministro della pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini. Il suo aspetto è assolutamente rassicurante, parla di aumento degli stipendi, di riforme che non farà, di merito e di autonomia. E, forse per effetto di semplificazione giornalistica, si parla di cinque I. Ancora! Ma non erano tre? C’è anche Italiano per gli stranieri e l’Impegno. Tutto da valutare e da premiare.
Dopo una trentina d’anni siamo nuovamente alle prese con un promemoria di lettere e numeri che orienti la nostra azione e un po’ meste per quell’attenzione dedicata solo all’Italiano per stranieri, mentre noi proviamo a estendere a tutti la nostra disciplina, italiani compresi.
Mentre facciamo una passeggiata con i nostri Bambini, ai nostri occhi le sole creature realmente in possesso di tutte le quattro B, ci chiediamo cosa significa, In fondo, la parola Impegno? Cosa Intendeva la Ministra?
Il ragazzo si impegna ma può fare di più. Quante volte l’ho sentito dire da mia madre e dalla sua amica. E adesso toccherà a me, forse, ripeterlo. Impegno e merito ha specificato la Gelmini. Cinque I e una M. Chissà cosa accadrà con questa complicazione alfanumerica.

4 Comments:

  • Ciao, Marilena, volevo salutarti perche un amico casertano mi ha regalato a Bucarest questo mese il tuo libro "Da dove sei?", allora ti sto leggendo a Montreal, dove vivo da un tempo. Io chiedo sempre a la gente qui da dove sono, siamo tutti da troppe parti:) Mi piace la tua visione della vita, ossia, assomiglia molto a la mia. Vi sono dei brani che mi ricordano "Le citta invisibili" di Calvino. Mi scusi se ti do del tu, in Canada non esiste altro (anche per quello tornerei a casa).

    Ho visto Gomorra e non mi e piaciuto come film, invece ho incontrato qui Roberto Saviano e mi e sembrato ingambissimo, (sfortunatamente la camorra e presente anche in Romania).

    Un salutone allora e in bocca al lupo con l'italiano per italiani.

    Antoaneta

    Da Anonymous Anonimo, alle 18 giugno, 2008 20:48  

  • che bello leggere commenti come questi. sapere che i libri viaggiano, che le parole che si scrivono sono in realtà parte di te ma anche di altri, di altre persone. cosa fai di bello in canada?
    di saviano, del libro e di questa realtà a volte incomprensibile e dolorosa che ci circonda, non si finisce mai di parlare o di pensare. non importa il giudizio sul libro o sul film, quello che conta è il bisogno di capire.
    a presto... aspetto ancora notizie

    Da Blogger Marilena Lucente, alle 20 giugno, 2008 00:07  

  • Cara Marilena, più avanzo col tuo libro più ho voglia di gridare di gioia o sorpresa, vi trovo tante impressioni che potrebbero essere mie, mi sa che abbiamo una percezione del mondo molto simile, anch'io odio i condo, le autostrade, i vestiti firmati (anche se mi visto sempre bene, ma al mio gusto che mescola tutto, sopratutto roba etnica e retro), i numeri, i mutui, amo le relazioni tra vicini (quasi inesistenti in Canada), guardare in giro, i fiori, i bambini, gli uccelli, leggere, il cinema che non e puro divertimento, etc., etc.

    Io in Canada faccio la studentessa di master in comunicazione, con un tocco antropologico, sono stata per tre mesi in Uruguay per scoprire il più lungo carnevale del mondo e gente meravigliosa, sarebbe tanto da raccontare, ho fatto una vita di viaggi, adesso voglio tornare a casa. Ho molti amici cari in Europa e sono troppo lontani, in Italia sono appena stata fine maggio, un paio di giorni anche a Napoli, con la mia migliore amica - mia madre. Quasi quasi siamo andate a vedere la Reggia:) Adesso sto ri-visitando Caserta attraverso il tuo libro, non e meraviglioso?

    Continuerò di seguire il tuo blog, il mio e in inglese pero: http://antoaneta.bebo.com

    Da Anonymous Anonimo, alle 20 giugno, 2008 01:53  

  • cara antoaneta, grazie grazie per questi incontri, per questi commenti che vanno e vengono da una parte all'altra del mondo. i libri però non finiscono mai! anche quando li chiudiamo continuano a scriversi dentro di noi.

    lascia stare le mozzarelle di aversa, mangia americano e poi ti rifarai quando torni qui.

    che bello il tango!
    bravissima.
    verrò presto a trovarti sul blog

    Da Blogger Marilena Lucente, alle 01 luglio, 2008 08:13  

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