Scritto sui banchi

15 settembre 2006

per chi suona la campanella

I pali della luce, le vetrine delle pollerie, i tavolini delle sale d’attesa dei medici. Qualsiasi superficie è buona per trasformarsi in bacheca. L’importante è farsi notare e stanare potenziali clienti. Incunearsi nel fitto via vai della loro vita quotidiana. Offresi: accompagnatrici per bambini, lezioni private per elementare medie e superiori e, giacché ci siamo, anche la collaborazione per la stesura della tesi di laurea per universitari. Il mese della scuola, è anche questo. Un ricco puzzle di carta dislocato per il quartiere. Mica solo vetrine con quaderni griffati e portapastelli da venti euro. Mica solo file in libreria per libri scolastici nuovi e usati. Settembre è il momento giusto per trovare lavoro accanto, vicino, dentro il mondo della scuola. Per gli insegnanti i giochi sono fatti: o hanno preso la cattedra o devono aspettare le supplenze annuali. Nel pomeriggio però ci si può sempre inoltrare nel fitto sottobosco delle lezioni private. Certo ci sono i prof delle materie scientifiche, che hanno già gli alunni prenotati da un anno all’altro. Guadagnano clienti con il passa parola. Degli amici o dei prof in classe la mattina. Per loro, niente volantini con numeri di telefono penzolanti da staccare. La pubblicità di piccolo cabotaggio è patrimonio di laureate in pedagogia, lettere, scienze della comunicazione, dotate di pazienza (per ragazzini svogliati e genitori indaffarati) e rassegnazione (per un lavoro che tarda ad arrivare e che non riesce a materializzarsi neanche più in un miraggio). E poi ci sono loro, gli ultimi arrivati in ordine di tempo. Ragazzi universitari che si offrono per traghettare i bambini da casa a scuola e ritorno. Per un paio d’ore al giorno trasformano le loro automobili –spesso si tratta delle automobili delle mamme, in verità – in piccoli scuolabus. Dalle 7.30 alle 8.30. Poi vanno a lezione in facoltà. Alle 12.30 ricomincia il giro. Al contrario. Gli appunti delle lezioni di quell’ora le prenderanno dai colleghi il giorno dopo. Ho trovato il foglietto verde di Antonio e Federico. In poche righe offrono affidabilità e divertimento e due numeri di cellulare. “A bordo del pulmino sarà presente un nostro animatore pronto a dare il meglio di se stesso”. Leggo, telefono e mi informo: uno guida e l’altro fa l’animatore. “Raccontiamo barzellette, facciamo quiz, abbiamo un bellissimo cd e facciamo cantare i bambini”. Mi viene in mente l’inno di Topolino, il cocomero tondo tondo e tutta la terrificante colonna sonora dell’estate preconfezionata dei villaggi, di bambini rimpinzati di gelati e giochi al miniclub . “Quanto costa?” . “Trentacinque euro trattabili. Dipende dalla distanza”. Accidenti. Ci possono andare anche gli adulti sullo scuolabus? Tra benzina e tempo per trovare parcheggio si spende di più. E poi quel Katalì cammello non è male. Com’era? “Riesce a carburare con energia solare…”
Solare, lunare, stellare. Quanta energia per inventarsi un lavoro che non c’è.


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La scuola è un racconto. Scritto sui banchi continua sul web ogni settimana. Con storie, immagini e dialoghi.

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